Lotta Europea

Lotta Europea

martedì 2 dicembre 2014

Diciamolo apertamente: noi non crediamo alla teoria dello “Scontro di Civiltà”, professata da un certo tipo di intellighenzia guerrafondaia, impartita a suon di propaganda nelle menti fragili e malleabili dell’uomo moderno e divenuta un dogma, un’ideologia incontrovertibile. Non sosteniamo la tesi secondo la quale le tensioni del nostro tempo sono dovute ad un conflitto epocale tra Occidente e Oriente, tra Cristianesimo e Islam, tra Democrazia e Terrorismo. Riteniamo piuttosto che questi elementi, invece che collidere e combattersi, siano intrecciati a filo doppio in una strategia studiata a tavolino e tesa alla creazione di un Caos su scala mondiale dal quale trarre beneficio.
Siamo giunti alle fasi finali di questo processo di guerra in nome del “Divide et Impera”, di cui l’attentato dell’11 Settembre ha segnato il punto di partenza. Allora lo spauracchio rappresentato dal Terrorismo islamico aveva un nome, una sigla che indicava il Male all’ennesima potenza: Al Qaeda, organizzazione terroristica creata e voluta, sul finire degli anni settanta, dagli Stati Uniti, ai quali serviva una forza da armare per contrastare i sovietici che avevano occupato l’Afghanistan. Non fu che l’inizio e da allora si sviluppò un proficuo rapporto, coltivato con la mediazione degli emiri sauditi e di Israele, che nel tempo porterà alla nascita, tra le tante, di una “cordiale amicizia” tra Osama Bin Laden e la famiglia Bush che si incrinerà improvvisamente alla fine del XX secolo e porterà agli attacchi alle Torri Gemelle ed al Pentagono. In questa occasione l’America si sentì colpita al cuore e di fronte ad una simile tragedia non poté che reagire dichiarando guerra totale ad una certa fetta di mondo.
La tesi del false flag, ovvero di un attentato fabbricato in casa propria per partorire un pretesto che servisse ad entrare in una nuova fase bellica, prese corpo fin da subito: inizialmente tacciata di follia complottista, questa idea ha pian piano assunto consistenza e credibilità.
Poco prima dell’11 Settembre i neocon repubblicani – tra i quali ricordiamo i nomi di Donald Rumsfield e di Paul Wolfowitz – stilarono un documento in cui si sottolineava l’esigenza di un attentato su suolo americano utile alla nuova strategia: prese il nome di “Project for the New American Century” ed auspicava apertamente “una nuova Pearl Harbor”. Non un riferimento casuale: i piani del famoso attacco giapponese alla flotta americana nel Pacifico, che causò perdite gravissime, furono scoperti con largo anticipo dall’intelligence militare dello Zio Sam, che lasciò comunque che l’incursione nipponica avvenisse, per avere il pretesto ideale per entrare in guerra. Stranamente nel 2001 accadde proprio quello che auspicavano Rumsfield & Co, e a metterlo in atto furono dei pericolosissimi terroristi islamici, ex amici degli Usa, addestrati ed armati, fino a poco tempo prima dalla CIA. Sarà malafede, ma noi non crediamo a questo tipo di coincidenze.
Il piano poteva quindi avere inizio: l’obiettivo primario era prendere possesso di determinate aree strategicamente, geopoliticamente ed economicamente fondamentali. Gestire gran parte dei pozzi petroliferi mondiali, dividere e disarticolare per linee etniche e religiose gli Stati Islamici più importanti: progetto neanche troppo originale, comparso nel 1992 sulla rivista israeliana Kivunim.
Con la scusa di dare la caccia a Bin Laden gli americani ed i loro alleati accendono focolai di guerra in ogni angolo del mondo, finanziano ed armano “ribelli” contro regimi laici che fino a quel momento avevano garantito una vita più che dignitosa al proprio popolo, ordinano e mettono in pratica “primavere arabe” e “rivoluzioni colorate”. Per cacciare i talebani, distruggono l’Afghanistan e si appropriano dei campi di oppio. Per debellare il pericolo delle armi di distruzione di massa, rivelatosi poi una fandonia colossale, attaccano e radono al suolo l’Iraq, per poi giustiziare Saddam Hussein. Successivamente è il turno della Libia e di Gheddafi. Attualmente questi paesi sono nel Caos più totale, lasciati nelle mani di bande di criminali al soldo di Washington e soci. Ci hanno provato anche in Libano, Iran e Siria, su ordine di Israele, l’unica democrazia del Medioriente, e col supporto fondamentale degli sceicchi: solo una forte opposizione dei governi e dei popoli sotto attacco ha evitato ulteriori sciagure. Senza dimenticare la Striscia di Gaza, scenario dell’atroce genocidio del popolo palestinese, anche questo praticato col pretesto ed in nome di un’improbabile autodifesa dai razzetti di Hamas.
Dopo più di un decennio di orrori e fallimenti militari, nonostante tutto, fanno ancora leva sul terrorismo islamico, come generatore di tensioni e paure collettive: esaurito Al Qaeda, dopo la presunta morte del presunto Bin Laden, bisognava pensare a un nuovo nemico, ed ecco salire alla ribalta mondiale l’ISIS, un accozzaglia di sgozzatori urlanti, guidati dal nuovo Osama, Al Baghdadi, autoproclamatosi Califfo, e sospettato di essere un agente israeliano. Neanche a dirlo, queste orde assetate di sangue, improvvisamente divenute nemiche dell’America e del mondo libero e democratico, fino a poco tempo fa erano addestrate da CIA e Mossad in appositi campi militari, armate di tutto punto e lanciate in uno scenario complesso come quello siriano, dove avevano il compito di ribaltare con la forza il governo laico di Assad. Ora che sono passati tra i “cattivi” li bombardano, guarda caso proprio su territorio siriano: che abbiano trovato il modo per attaccare i punti nevralgici di uno Stato che fino ad ora ha dato loro filo da torcere? Poco prima, per non farsi mancare nulla, hanno dato un’altra rastrellata in Iraq, con la scusa di proteggere le minoranze cristiane e gli yazidi curdi, di cui non si erano mai preoccupati prima.
E così torniamo all’assunto iniziale.
Non è in corso una guerra santa e non siamo attaccati e minacciati dall’Islam tutto, ma da un certo Islam: quello plasmato e manipolato dalla premiata ditta Usa-Israele-Arabia Saudita, specializzato in decapitazioni cinematografiche, stile hollywoodiano, praticate da boia dall’accento inglese. Quello composto da fanatici sunniti, in particolar modo da wahabiti ed altre derivazioni deviate del sunnismo: è questo il tipo di Islam che stanno usando per terrorizzare le vite borghesi degli occidentali e degli europei in particolare.
Nella stessa direzione viaggia la demonizzazione della Russia: hanno scelto, loro per noi, che Putin rappresenta un male da debellare, un ennesimo tiranno da ribaltare. La Russia è un altro paese sovrano che vorrebbero smantellare e frazionare in etnie (non riescono ad essere originali) perché rappresenta uno Stato forte, in grande ascesa, in grado di imporsi senza scendere a patti. Putin si sta dimostrando, ogni giorno che passa, uno statista serio e coscienzioso, che ha a cuore gli equilibri geopolitici e sociali e la stabilità mondiale. Un uomo che ha già inferto loro dure sconfitte diplomatiche, tra le quali spicca la brillante mediazione nella questione siriana grazie alla quale è stata evitata una guerra certa. Un capo di stato attento a salvaguardare le tradizioni e l’identità del suo popolo, pronto a battersi duramente contro la deriva morale e culturale in cui hanno catapultato il mondo intero. Non possono permetterlo, e così nel corso dell’ultimo periodo hanno alimentato il terrorismo ceceno, fomentato l’indipendenza delle repubbliche ex sovietiche, aizzato la Georgia, organizzato le rivoluzioni colorate, finanziato la rivolta ucraina e armato il popolo di Piazza Maidan. Hanno piazzato batterie di missili che puntano Mosca e hanno imposto sanzioni economiche. In pratica deciso che la Russia va isolata, politicamente e strategicamente, perché non si piega alla loro idea di nuovo assetto mondiale. Il martellamento mediatico rispolvera termini da guerra fredda e ci impone una visione vecchia di decenni e decenni: la Russia fa parte dell’asse del Male e gli Usa difendono gli interessi del mondo libero.
E l’Europa cosa fa? Che domande! Quello che gli riesce meglio da 70 anni a questa parte: servire i propri padroni. Offre basi, partecipa a guerre non sue, avalla bombardamenti, appoggia sanzioni economiche andando contro i propri interessi, attua politiche dettate dagli uffici di Washington e Tel Aviv, viene spolpata dalle iene del FMI e dagli sciacalli della BCE. Senza fiatare. E gli europei non si accorgono di nulla, troppo impegnati ad avere paura dei terroristi islamici che minacciano di occupare le nostre capitali e di punire gli infedeli sgozzando gli uomini e violentando le donne.
Ma state sereni, dormite sonni tranquilli, ci pensano gli Stati Uniti, Israele & soci, insomma i Buoni, a difenderci dai terroristi musulmani cattivi.

Li hanno creati apposta. 
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