Da quando la Corte Suprema americana ha eliminato i limiti ai finanziamenti delle campagne elettorali la corsa alla casa bianca si colora di verde, il colore dei dollari. I giganti dell’alta finanza, come Goldman Sach’s, UBS e Morgan Stanley, hanno investito almeno 1,8 milioni di dollari sul repubblicano Mitt Romney. Le stesse banche d’affari che a suo tempo investirono, seppure cifre meno ingenti, nella campagna dell'abbronzato Obama. Le stesse banche che nel 2008 hanno ricevuto dalla Casa Bianca un prestito di 161 miliardi di dollari per superare la crisi: i debiti prima o poi li pagano tutti.Ma “la stella di casa” Romney non è la prima volta che intrattiene affari con i magnati dell’alta finanza: con G&S aveva investito in azioni “ipo” che dieci anni dopo gli hanno fruttato 1,1 miloni di dollari, e sempre con G&S ha creato un fondo, il Bain Capital, sul quale ha investito 40 milioni di dollari attraverso strumenti finanziari.
L’economia gira, e ormai ha ingerito completamente la politica. Le banche d’affari prestano soldi ai candidati, determinando fortemente l’ascesa degli stessi, i quali, una volta insediati, ricambiano il favore elargendo finanziamenti pubblici e coprendo le falle neei loro conti, determinano la crisi finanziaria che fingono di contrastare. E se questo sistema "democratico" si inceppa, ecco subito un rimedio più tecnico…

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