Lotta Europea

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domenica 9 ottobre 2011

Della Valle, ora basta!

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Nei giorni scorsi Diego Della Valle ha comprato una pagina dei maggiori quotidiani italiani per pubblicare un invettiva contro la classe politica italiana. Un testo banale, qualunquista e buonista. Niente di più che il solito stanco appello alla parte migliore del Paese, a quella società civile invocata ad ogni pié sospinto per un riscatto morale della nazione contro le malefatte della politica. Poche idee espresse oltretutto in una prosa sciatta, cui ben si addice il mediocre titolo della lettera: "Politici, ora basta!". Nihil novi sub sole.
Un'iniziativa che non meriterebbe attenzione, se non come simbolo rappresentativo di un certo capitalismo italiano (quello dei vari Marchionne, Montezemolo, Benetton e mille altri), che mentre calpesta i diritti sindacali dei propri dipendenti si presenta alle masse come campione di moralità, che mentre elogia il Made in Italy delocalizza nei paesi del Terzo Mondo. Una classe imprenditoriale che nasconde i propri interessi dietro il paravento della beneficenza e dei servizi alla comunità, come nel caso dell'affaire Colosseo.
Il 21 gennaio scorso la Tod's di Della Valle ha siglato un accordo con il Commissario per l'area archeologica di Roma Capitale e con la locale Soprintendenza in base al quale si impegna a finanziare con 25 milioni di euro il restauro ed il recupero dell'Anfiteatro Flavio. Una iniziativa salutata con entusiasmo da tutti i giornalisti italiani, quasi commossi di fronte a tanta beneficenza gratuita. Poiché non abbiamo creduto alla favola dell'imprenditore buono, siamo andati a leggere i termini dell'accordo e, naturalmente, le nostre perplessità hanno trovato fondamento. E' scritto infatti che il 10% della spesa (2,5 milioni) è destinato alla realizzazione di un Centro Servizi che " potrà fregiarsi e utilizzare la denominazione e i segni distintivi dello Sponsor": una sorta di Casa Tod's negli ambienti del Colosseo, senza neanche dover pagare l'affitto! Non è finita qui, perché il logo dell'impresa di calzature potrà essere stampato sui biglietti di ingresso e potrà ricoprire i lavori di restauro, nascondendo, quindi, il prospetto del monumento più famoso di Roma antica. In modo inverso, lo sponsor potrà usare per suoi fini commerciali, in Italia e all'estero, un logo raffigurante il Colosseo. Tutti piccoli dettagli se paragonati ad un altra clausola del contratto: la Tod's potrà ottenere l'accesso riservato alll'anfiteatro per gruppi di persone. In poche parole, la prossima volta che Della Valle dovrà incontrare un gruppo di acquirenti cinesi, non li inviterà nei suoi uffici, ma direttamente nel Colosseo, che, per l'occasione, rimarrà chiuso al pubblico. Come se non bastasse, mentre i lavori di restauro dureranno al massimo 24 mesi, i precedenti diritti sono concessi alla Tod's per ben 15 anni. Nei fatti, un vero e proprio sfruttamento privato di un ben pubblico.
"Noto come moralizzatore del calcio italiano, beffato da intercettazioni telefoniche imbarazzanti, tanto amato dai cattolici trasformisti e affaristi, un tipo alla Mattei che vorrebbe rivendersi come un Olivetti, amante dei profitti (pardon, progetti!) umanitari molto legati al ritorno di immagine e al business, [Della Valle] andrebbe studiato come rappresentante autorevole del nuovo capitalismo italiano, che è peggio del vecchio. Anzi, è più vecchio di quello vecchio, e sa di ottocentesco sfruttamento e assoggettamento, di potere mediatico mischiato a quello finanziario, e dove l'industria non c'è più, è solo un fantasma che serve al marketing e in questo specifico al narcisismo, cancro dell'epoca che stiamo vivendo" (A. Ferracuti, Viaggi da Fermo).

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