Lotta Europea

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sabato 16 aprile 2011

Il petrolio, come sempre

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Prima dell’intervento aereo della NATO, c’erano già le sanzioni, imposte da Obama, il 22 marzo scorso, con lo scopo di tagliare le rendite petrolifere utilizzate da Gheddafi per assicurarsi il favore di clan e tribù e per armare i propri uomini: secondo la disposizione 13566 dell’Office of Foreign Assets Control del dipartimento del Tesoro USA, sono passibili di sanzioni tutte le società che abbiano rapporti con la Banca centrale libica, con il Fondo sovrano libico, con la National Oil Corporation (NOC, la compagnia petrolifera di stato) e, con quest’ultima, tutte le società affiliate o associate o di servizio. Ma nel testo della disposizione c’è un passaggio illuminante, che merita un’attenzione particolare: “nel caso che associate o società di sevizi della NOC cambino di proprietà e controllo, il Tesoro potrà autorizzare trattative con tali entità”. Detto, fatto. Il Consiglio nazionale di transizione, la struttura di coordinamento dei “ribelli” della Cirenaica, si è riunito a Bengasi, per istituire (oltre ad un’autorithy competente in politica monetaria e ad una nuova Banca centrale di Libia, entrambe con sede temporanea a Bengasi) la Lybian Oil Company, una nuova autorithy incaricata di sovraintendere alla produzione petrolifera. Le companies attive nella Sirte orientale (tra cui la Shell, la Exxon, la ConocoPhillips, la Marathon, la Hess e la Oxidental) possono dormire sogni tranquilli: eliminato il tiranno, guadagnato il controllo della costa e dei terminali di esportazione di petrolio e gas, il Tesoro americano non lesinerà le sue autorizzazioni.

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