
Un duro colpo per la corona inglese, se si considera che, dal 1969, sono attivi nel Mare del Nord numerosi siti di estrazione di greggio e gas, tanto che il Regno Unito, attualmente, nella classifica dei maggiori produttori europei di petrolio e di gas si colloca rispettivamente al terzo e al quarto posto: qualora si attuasse l'indipendenza, il 95% del petrolio e il 58% del metano estratti finirebbero sotto il controllo di Edimburgo. Secondo Salmond, "lo scopo e l’intenzione [del referendum] è che a trarne beneficio siano gli scozzesi”. E' per questo motivo che l’Inghilterra, sperando in una sconfitta del “sì”, sta cercando di anticipare i tempi della votazione, così da evitare una simbolica sovrapposizione di date che chiamerebbe alle urne una maggiore affluenza e risveglierebbe certamente l'identità scozzese.
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