
Ma le economie emergenti, i paesi del cosiddetto BRIC (acronimo per Brasile, Russia, India e Cina), si sono opposte ufficialmente a questa proposta di successione, sottoscrivendo un documento nel quale si chiede che la scelta non sia determinata dalla nazionalità. In poche parole, i nuovi protagonisti dell'economia e della finanza mondiale chiedono più spazio negli organismi di governo mondiale.
Probabilmente la loro richiesta cadrà nel vuoto, ma resta il segno di una crisi sempre maggiore della leadership statunitense ed occidentale.
D'altronde il FMI non gioca più, nel mondo, il ruolo decisivo dei decenni scorsi: già la Cina, e presto anche l'India, è impegnata a soccorrere le economie in crisi, prestando denaro e coprendo i debiti degli stati in bancarotta. E a partire da una serie di accordi siglati in Thailandia nel 2000, si sta costituendo in Asia un "Fondo Monetario Asiatico", alternativo al "Fondo Monetario Internazionale", nel qualei 10 paesi del sud est asiatico e le tre potenze di Cina, Giappone e Corea del Sud hanno già versato oltre cento miliardi di dollari, già disponibili (dal marzo 2010) per coprire eventuali situazioni di pericolo finanziario.
Una nuova falla si apre nel governo mondiale unipolare a guida U.S.A.
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