
Da ultimo, anche lo stesso portavoce dell'Alto commissariato dell'Onu per i diritti umani, Rupert Colville, pur avendo denunciato 17 esecuzioni capitali che l'esercito siriano avrebbe compiuto ad Homs dopo aver ripreso il controllo della città, ha ammesso di non essere in grado di confermare le informazioni sui crimini commessi dai militari, in quanto fornite unicamente dalle stesse parti in causa e quindi quantomeno parziali.
L'appoggio agli "Amici della Siria" va letto nell'ottica di un più ampio scenario geopolitico: la caduta di Assad costituirebbe il presupposto per la creazione di un nuovo corridoio di accesso alle riserve energetiche irachene alternativo ad uno stretto di Hormuz sempre più instabile.
Una storia già vista in Egitto dove, dopo la caduta di Mubarak, è stato potenziato per lo stesso motivo il transito del greggio attraverso l'oleodotto di Sumed.
P.S.
Un dettaglio: la città sede del CNS. E ancora c'è chi crede alla favola della Turchia leader del mondo arabo in chiave antisionista...
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