Lotta Europea sarà presente con uno proprio stand alla IV edizione di Comunitaria, appuntamento annuale delle comunità militanti. Vi aspettiamo numerosi!
Sulle reali cause delle violenze ucraine c'è un dettaglio illuminante che (forse proprio perché così illuminante) è sfuggito ai più: la rivolta di piazza Maidan è scoppiata quando l'ex presidente Yanukovich ha rifiutato le proposte di associazione alla UE e ha lasciato intendere di voler aderire al progetto di Unione Eurasiatica lanciato da Putin e al quale hanno già risposto positivamente il bielorusso Lukashenko ed il kazako Nazarbaev. Si tratta di creare uno spazio di cooperazione economica e commerciale in uno spazio politico e geografico abitato da 170 milioni di persone, forte di scambi commerciali fra i tre paesi membri pari 66,2 miliardi di dollari e, soprattutto, di riserve di gas e di petrolio pari rispettivamente al 20 e al 15% di quelle globali. Un tesoro che ha attirato l'attenzione di Armenia, Kirghizistan e Tagikistan, pronti ad aderire al progetto, e della ben più potente Cina, che, dopo gli accordi siglati con Mosca in materia energetica e finanziaria, è pronta ad investire in quella "rete di trasporti e percorsi logistici d'importanza non solo regionale ma globale" promessa da Putin come conseguenza naturale dell'Unione.
Ora che il posto di Yanukovich è stato occupato da Poroshenko, pronto (e prono) a riaprire le trattative con Washington e Bruxelles, la nuova creatura di Putin dovrà fare a meno della sua Ucraina e del suo connaturato ruolo di porta dell'Europa e corridoio energetico.
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