E distratti non ci chiedamo quanti siano gli occhi pronti a spiarci in ogni momento di ogni singolo giorno in ogni angolo di ogni singola città: nella sola città di Roma, sono almeno 6000 le telecamere per la videosorveglianza di proprietà del comune e dei suoi enti dipendenti. Più tutte quelle di tutti gli altri organi dello stato. Più tutte quelle dei privati. Un conteggio infinito, impossibile da realizzare.
Da cablo inediti pubblicati da Wikileaks è emersa la notizia che lo stato italiano ha acquistato, allo modica cifra di 1,137 miliardi di euro, 4 super satelliti del sistema Cosmo-Skymed in grado di rilevare, di notte e di giorno e in qualsiasi condizione atmosferica, oggetti "grandi" anche solo 40 centimetri, e che nei prossimi anni investirà altri 555 milioni per l'acquisto di due modelli più evoluti. Spese folli che hanno stupito la pur navigata intelligence americana.
A gestire questi portenti della tecnologia satellitare è il RIS: non i famosi poliziotti con valigetta e camice bianco, ma il Reparto Informazioni e Sicurezza, ossia i servizi segreti interni alle forze dell'ordine, eredi del SIOS, fortemente sostenuti dal ministro della Difesa Ignazio La Russa. Un apparato di intelligence che opera fuori dei limiti di legge, in quanto esso avrebbe "solo compiti di carattere tecnico e di polizia militare" riguardanti "ogni attività informativa utile al fine della sicurezza dei presidi e delle attività delle forze armate all'estero".
Naturalmente il controllo sulle nostre vite avviene anche ad un livello superiore, internazionale. Ci riferiamo al famigerato sistema Echelon, sviluppato da Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Australia e Nuova Zelanda, e capace di intercettare le comunicazioni digitali, pubbliche e private, sulla base di un sofisticato algoritmo capace di identificare determinate parole chiave e le loro varianti. Il sistema utilizza, oltre che un gran numero di satelliti spia messi in orbita negli anni Sessanta, anche centri di elaborazione a terra: è stato accertato che anche la base dell'aeronautica militare americana a S. Vito dei Nomanni, presso Brindisi, non più attiva dal 1994, era coinvolta nel progetto.
E così la nostra libertà è sacrificata, in nome di una non meglio precisata sicurezza, all'altare del controllo globale.
Da cablo inediti pubblicati da Wikileaks è emersa la notizia che lo stato italiano ha acquistato, allo modica cifra di 1,137 miliardi di euro, 4 super satelliti del sistema Cosmo-Skymed in grado di rilevare, di notte e di giorno e in qualsiasi condizione atmosferica, oggetti "grandi" anche solo 40 centimetri, e che nei prossimi anni investirà altri 555 milioni per l'acquisto di due modelli più evoluti. Spese folli che hanno stupito la pur navigata intelligence americana.
A gestire questi portenti della tecnologia satellitare è il RIS: non i famosi poliziotti con valigetta e camice bianco, ma il Reparto Informazioni e Sicurezza, ossia i servizi segreti interni alle forze dell'ordine, eredi del SIOS, fortemente sostenuti dal ministro della Difesa Ignazio La Russa. Un apparato di intelligence che opera fuori dei limiti di legge, in quanto esso avrebbe "solo compiti di carattere tecnico e di polizia militare" riguardanti "ogni attività informativa utile al fine della sicurezza dei presidi e delle attività delle forze armate all'estero".
Naturalmente il controllo sulle nostre vite avviene anche ad un livello superiore, internazionale. Ci riferiamo al famigerato sistema Echelon, sviluppato da Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Australia e Nuova Zelanda, e capace di intercettare le comunicazioni digitali, pubbliche e private, sulla base di un sofisticato algoritmo capace di identificare determinate parole chiave e le loro varianti. Il sistema utilizza, oltre che un gran numero di satelliti spia messi in orbita negli anni Sessanta, anche centri di elaborazione a terra: è stato accertato che anche la base dell'aeronautica militare americana a S. Vito dei Nomanni, presso Brindisi, non più attiva dal 1994, era coinvolta nel progetto.
E così la nostra libertà è sacrificata, in nome di una non meglio precisata sicurezza, all'altare del controllo globale.
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