Ed è solo l'ultima di una infinita lista di imprese, FIAT in testa, che hanno delocalizzato e stanno delocalizzando la propria attività, spostando la produzione nei paesi in via di sviluppo e nelle economie emergenti, dove il lavoro costa meno, la dignità dei lavoratori è calpestata e lo stato è assente (o finge di non vedere).
C'è ancora un futuro per l'industria italiana o il destino segnato è quello di diventare esclusivamente una meta turistica? C'è ancora spazio per la manifattura in un paese abitato ormai solo da artisti, designer e call center? La risposta ce la sta dando la Germania, dove i grandi produttori, superato il periodo buio della crisi, hanno mantenuto il grosso dell'attività in patria, complice uno stato che, capace di una visione strategica, è stato in grado di sostenere l'innovazione e le riconversioni industriali, con investimenti pubblici e piani sociali.
Ancora una volta, la risposta è Politica.
Read More
0 commenti:
Posta un commento