domenica 28 marzo 2010
martedì 23 marzo 2010
Intanto, dal 22 febbraio al 5 marzo, in tutti gli stabilimenti italiani della casa automobilistica, 30 mila dipendenti sono stati messi in cassa integrazione. La causa? Il gruppo torinese ha comunicato una perdita nel bilancio provvisorio del 2009. Una perdita che però non ha impedito ai vertici del Lingotto di annunciare, comunque, un dividendo per gli azionisti pari a 237 milioni di euro.
Funziona così da oltre un secolo: la FIAT privatizza i profitti e socializza le perdite; batte cassa in Italia e ricatta il governo, ma sposta la produzione all’estero.
A fronte di tutto ciò, Ernesto Auci, responsabile della Comunicazione per il Lingotto, ha osato sostenere che “la Fiat non é un'azienda assistita”: un’affermazione che contrasta con una storia centenaria di finanziamenti agevolati e a fondo perduto, di regali (Alfa Romeo) e di contratti statali di fornitura.
giovedì 18 marzo 2010
“Questo è un momento che richiede la leadership dell’America”, ha affermato il presidente Obama. Tre gli obiettivi principali del premio Nobel per la pace.
Primo: salvaguardare la propria immagine e il proprio appeal, già in crisi, evitando di farsi trovare impreparato a fronteggiare le emergenze umanitarie, come successo, al contrario, al suo predecessore G. W. Bush con lo tsunami del 2004 e l’uragano Katrina l’anno successivo.
Secondo: salvaguardare la sua immagine, molto retorica e poco sostanziale, dell’America come potenza capace di esprimere la propria egemonia non attraverso l’esibizione e l’impiego della forza, ma attraverso un approccio multilaterale alle questioni.
Terzo e più importante obiettivo: insediarsi sull’isola caraibica, di fatto non governata da nessuno, prima che lo faccia qualche stato nemico. Uno su tutti: il Venezuela di Chàvez, che, attraverso la fornitura energetica e la progettazione di infrastrutture, mira a spingere Haiti nell’orbita dell’A.L.B.A., l’alleanza delle forze anti-statunitensi dell’America Latina (Bolivia, Venezuela, Cuba, Nicaragua, Honduras, Ecuador e altri piccoli stati caraibici).
In questa partita, però, il maggior concorrente degli U.S.A. è il Brasile: ad Haiti, infatti, da sei anni, sono schierati 1.266 soldati inviati da Brasilia sia per ristabilire l’ordine nell’isola all’interno di un programma di stabilizzazione voluto dall’O.N.U., che per affermare con forza le proprie ambizioni di potenza non solo sudamericana ma proiettata anche verso i Caraibi e l’America centrale, in un rapporto di cooperazione/competizione con gli Stati Uniti, da cui pretende un trattamento paritario.
sabato 13 marzo 2010
L'Europa non è la Comunità Europea di oggi. L'Europa ha tremila anni. L'Europa è un'immensa civiltà, una culla di vita.
Plasmata dalla cultura greca, L'Europa ebbe la sua massima espressione in Roma, nel suo ordine politico, nel suo impero. Centinaia di popoli liberi, uniti da un principio comune, stretti insieme dalla stessa tradizione e dal comune modo di intendere la società, legati, quindi, allo stesso destino.
Non è quindi dell'Unione Europea che si parla, la quale altro non è che una creazione del nuovo ordine mondiale per rendere i nostri popoli servi del liberismo e dei suoi dettami!
Ci hanno reso schiavi di cose inutili, trasformato in consumatori inermi, ciechi, manipolabili. C'hanno drogato e stordito per farci dimenticare chi siamo e da cosa discendiamo.
Ma noi non dimentichiamo!
C'è bisogno di riscoprirci europei, continuatori ideali di quella civiltà che fu faro del mondo per millenni. C'è bisogno di una Europa forte, libera, indipendente, da Brest a Vladivostok, che prenda il posto che nel mondo gli spetta. Un'Europa antagonista tanto delle ingiustizie del mondo capitalista, quanto degli orrori del fondamentalismo religioso.
Siate europei, siate romani! Il nostro giorno verrà!
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