Il mese scorso, gli Stati Uniti, tramite l’Ufficio per il Controllo degli Asset Stranieri (un comparto strategico del dipartimento del Tesoro), hanno annunciato alcune eccezioni per l’esportazione di servizi americani verso Iran, Cuba e Sudan, paesi sottoposti a embargo: la deroga riguarda le esportazioni di “alcuni servizi e software inerenti alla comunicazione personale su Internet”, vale a dire social network, chat, servizi e-mail, blog, siti per la condivisione di immagini e quant’altro. E che non si tratti di solo business, ma di una decisione del tutto strategica, lo dimostra il fatto che la deroga è limitata ai soli servizi gratuiti.
“Un profondo impegno dell’Amministrazione nell’estendere i diritti universali a tutti i cittadini del mondo”, secondo Neal Wolin, numero due del Tesoro, ma anche una decisione ricca di implicazioni politiche: come si legge esplicitamente nel testo del provvedimento, le comunicazioni personali nell’era digitale sono “strumenti vitali per il cambiamento”, e il potere di disporre qualche falla nelle dighe commerciali è “necessario per l’interesse nazionale degli Stati Uniti”.
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